La Coopers Sparkling Ale appare di un colore giallo carico, quasi
dorato, torbido alla luce a causa dei lieviti in sospensione, che
sono una caratteristica peculiare di questa birra. Subito si può
notare come il termine "sparkling" (brillante) poco si abbini a una
bevanda così torbida, ma bisogna tenere conto che essa venne creata
ai tempi (XIX secolo) in cui la maggior parte delle birre erano
opache; prodotta ancora oggi in una fabbrica di epoca coloniale e
secondo i principi produttivi originali la Sparkling Ale si può
considerare la più simile alle pale ales prodotte in Inghilterra nel
1800. Torniamo alla degustazione: versandola nel bicchiere forma una
schiuma fine e cremosa, di media abbondanza ma non troppo
persistente. Al naso l'aroma è davvero invitante, dolce, con note di
frutta (mela e pera su tutte) e forse anche miele millefiori,
accompagnate da sentori pungenti di lievito e sul finire dalla
freschezza del luppolo. In bocca si mostra più asciutta, con
maggiore bilanciamento fra malto e luppolo ed un fruttato lievemente
più citrico, che ci conduce ad un finale lungo e persistente, secco
e piacevolmente luppolato, sempre accompagnato da una punta di
lievito. Una buona birra davvero, specialmente al naso è proprio
intrigante, mentre al palato perde un pò secondo me, anche se alla
fine ci troviamo di fronte a quella che dicono sia la migliore
produzione australiana. Una curiosità: il nome Cooper deriva da
Thomas
Cooper, un predicatore metodista dello York shire, emigrato nel 1854
in Australia, dove fondò appunto il birrificio omonimo.
Abbinamenti: Ottima come aperitivo,
piatti leggeri a base di carni bianche, verdure alla griglia o al
vapore, formaggi freschi anche a pasta molle, insaccati. Da provare
coi frutti di mare. |