La Greene King Abbot Ale è una birra dal colore ambrato carico, dai
riflessi ramati, particolarmente limpida alla luce; nel bicchiere
forma una schiuma cremosa, biancastra, di discreta abbondanza ma di
persistenza non troppo elevata. Al naso l'aroma è complesso e
intrigante, segnato da un buon bilanciamento fra malto e luppolo,
con inoltre sentori erbacei e floreali, note di frutta rossa e una
leggera tostatura: non male davvero. Al palato la Abbot ci appare
più decisa e secca, con un gusto speziato, quasi piccante, e note
dolci/amare di caramello bruciato e solo amare di luppolo. Il
finale, lungo e appetitoso, è leggermente amarognolo. Una tipica Ale
inglese, ma di buon livello senza dubbio: ottimo l'aroma, dolce e
invitante, e il gusto, fresco e secco al tempo stesso, tutto ciò
dovuto all'impiego di differenti luppoli (Challenger e Fuggles, se
non sbaglio) e di differenti fasi di luppolatura (a caldo per
l'amaro, più tarda per le note floreali e fruttate). La consiglio
quindi vivamente, anche vista la discreta gradazione alcolica che ne
fa una buona compagna di bevute. Ora un paio di curiosità storiche:
il nome Abbot (abate) deriva dal fatto che la birreria sorge di
fianco alla casa dell'ultimo abate della cittadina di Bury St.
Edmunds; mentre per l'immagine stessa del prelato sull'etichetta
(ora stilizzata ma prima ben delineata), l'artista nel 1955 si
ispirò a un'antica immagine del conte di Oxford Herbert Harry
Asquith, che però non ebbe mai nulla a che fare con la birra o
l'abbazia.Abbinamenti:
affettati freschi come mortadella e salame, salsicce, un primo a
base di funghi o ragù, dolci secchi tipo di carote o di noci; di
contrasto abbinabile ad un carpaccio di pesce affumicato (spada e
tonno). |